Fare di necessità virtù è diventato il mantra per tutti gli operatori di business durante la lunga stagione della crisi. E lo è anche ora che si vedono i primi segnali di ripresa, che non consentono di eliminare dalle priorità il tema della riduzione dei costi.
In questo senso indicazioni importanti arrivano dall’ultimo Rapporto di Sostenibilità curato dal Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi), che offre uno spaccato dei benefici generati dal recupero e l’avvio al riciclo degli imballaggi, una componente ormai presente in buona parte degli oggetti di uso quotidiano, con costi per le aziende e i consumatori.
L’attività svolta dal Consorzio (ente privato senza fini di lucro costituito da oltre un milione di aziende produttrici e utilizzatrici di imballaggi) lo scorso anno ha generato benefici economici diretti per 891 milioni di euro – ira valore della materia prima seconda generata, energia prodotta e indotto generato dalla filiera – oltre ai risparmi nell’utilizzo delle materie prime e nelle emissioni inquinanti.
Al di là dei numeri, l’aspetto più importante dal punto di vista sociale è che sta prendendo piede un nuovo modo di trattare i rifiuti, da problema di difficile soluzione a risorse da valorizzare per produrre nuova ricchezza, come spiega Walter Facciotto, direttore generale del Conai.: «Entro la fine di quest’anno dovrebbe essere approvata la Direttiva europea sulla circular economy che accoglie il principio seguito dal Consorzio sin dall’avvio, spingendo l’industria a pensare il prodotto in modo che, una volta esaurita la sua funzione originaria, non venga gettato, ma possa essere reinserito nel ciclo economico». (…)
Fonte: Affari&Finanza