Riciclare di più e produrre meno rifiuti. E soprattutto intervenire quando i soli meccanismi di mercato non bastano a conseguire i risultati ambientali. Il Consorzio nazionale imballaggi (Conai), cioè l’organismo previsto dalla legge per coordinare la raccolta e il riciclo degli imballaggi usati, ha appena completato il piano di prevenzione per l’anno 2020 e il programma prevede quasi 11,3 milioni di tonnellate di confezioni ricuperate, pari all’83,2% dell’immesso al consumo, di cui 9,7 milioni di tonnellate avviati a riciclo, ossia il 71,6% dell’immesso al consumo.
Dei sei materiali oggetto di raccolta (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro) cinque hanno
già raggiunto oggi gli obiettivi europei previsti per i12025 e uno, il più complesso e difficile, la plastica, vede l’Italia in testa in Europa e appena sotto l’obiettivo da conseguire fra cinque anni.
Se l’immesso al consumo, nel corso dell’anno appena iniziato, dovrebbe arrivare a sfiorare i 13,6 milioni di tonnellate, i margini di crescita in termini di recupero e riciclo si prospettano incoraggianti.
C’è però l’aspetto drammatico di un settore minacciato dal continuo blocco delle attività: leggi contraddittorie, l’introduzione della tassa sulla plastica, comitati “ambientalisti” del no che insorgono a qualsiasi tentativo di riciclo e smaltimento, impianti intasati da flussi di materiali in aumento e di destinazioni sempre più ridotte, magistrati arretrati, politici assetati di consenso facile. Qui sta l’importanza del sistema consortile: «In un contesto come quello attuale, in cui risentiamo di una drammatica carenza di impianti e assistiamo al crollo del valore delle materie prime seconde, macero in primis – avverte il presidente Giorgio Quagliuolo – il sistema consortile continua a sostenere l’industria del riciclo dimostrando l’efficacia del suo ruolo di sussidiarietà al mercato. Nel solo 2019, sono rientrate in convenzione con il sistema quasi 600mila tonnellate di materiale in più proveniente dalla
raccolta differenziata, non assorbite dal mercato, che hanno comunque trovato sbocco a riciclo».
Qualche dettaglio. Si prevede di avviare a riciclo 382mila tonnellate di acciaio (come barattoli, tappi, bidoni); 53mila tonnellate di imballaggi d’alluminio (lattine per bibite, pellicole e così via); 4,06 milioni di tonnellate di carta (sacchetti, cartoni, scatole), l’81,2% dell’immesso al consumo; 2,02 milioni di tonnellate di legno (pallet, casse e cassette); 1,12 milioni di tonnellate d di imballaggi di plastica (bottiglie, buste e così via), il 48,1% dell’immesso al consumo; e 2,02 milioni di tonnellate di vetro (come bottiglie, vasetti), l’81,4% dell’immesso al consumo.
Fonte: Sole 24 Ore