L’unico imballaggio giusto è quello davvero sostenibile

03 Novembre 2015

Secondo il più recente studio sul tema dell’impatto ambientale elaborato da Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi, negli ultimi 15 anni lo strato dei fogli di alluminio che avvolgono la cioccolata si è ridotto del 30%.

Il consumo di materia prima per la realizzazione di scatolette in acciaio è sceso del 15%. Il peso delle bottiglie di plastica in «Pet» si è più che dimezzato; quello delle bottiglie di vino in vetro è calato di 125 grammi e lo spessore delle lattine per bevande di alluminio, divenute più leggere di quasi il 20%, è diminuito del 37%. Questi dati confermano quindi che non è solo il contenuto dei prodotti che compriamo, ma anche il packaging che li accoglie, a renderli più o meno sostenibili.

Le azioni possibili per creare imballaggi rispettosi dell’ambiente vanno dall’ottimizzazione dei processi produttivi – con una conseguente riduzione dei consumi energetici, delle emissioni di gas serra, dell’impronta idrica o degli scarti di fabbricazione – al contenimento delle materie prime usate. Dall’impiego di elementi riciclati all’ottimizzazione della logistica; dalla facilitazione delle attività di riciclo, come la separabilità delle diverse componenti, alla semplificazione dei sistemi di imballo, fino al riutilizzo.

La fase di ideazione e progettazione risulta dunque fondamentale. «Il nostro approccio – spiega il direttore generale di Conaì, Walter Facciotto – è di seguire il prodotto dalla culla alla culla, ovvero di studiare l’imballaggio già in vista del suo riciclo una volta che avrà svolto la funzione principale per cui è stato ideato. La sensibilità in Italia sul tema è elevatissima, tanto che le azioni adottate dalle imprese finora hanno portato a un risparmio di materia prima del 38%, a un utilizzo di materiale riciclato del 10% e a un’ottimizzazione della logistica del 115%». (…)

Fonte: La Stampa