Milano – In sei mesi l’Expo produrrà 17 mila tonnellate di rifiuti, quasi 70 al giorno, con picchi di 130 nei fine settimana. Molto, se si considera che in media un italiano ne produce in un anno 500 chili. Chi si occuperà degli scarti di Expo? Sarà il Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi che collaborerà con l’Amsa, l’ente che gestisce i rifiuti per conto del comune di Milano. Grazie a Conai in Italia la quota di imballaggi (composti da sei elementi: carta, vetro, plastica, legno, alluminio e acciaio) finita in discarica è passata dal 70% a meno di un quarto e quella recuperata è passata dal 33% a oltre il 75%. Il Conai, che opera senza fini di lucro, si nutre di un contributo dato dalle mille società produttrici e utilizzatrici di imballaggi associate al consorzio che è una sorta di rete per mettere in comunicazione la filiera dell’imballaggio: da un lato ci sono le aziende che raccolgono la differenziata dei cittadini italiani, dall’altro ci sono i clienti che acquistano il materiale da riciclare per dare nuova vita a lattine, vetro e carta. In mezzo ci sta il Conai che raccoglie il materiale attraverso 6 sotto-consorzi. «Un sistema che sarà esteso anche a Expo – spiega Walter Facciotto, direttore del consorzio – E per farlo cercheremo di coinvolgere tutti coloro che lavorano all’esposizione e anche chi la visiterà». Infatti per un buon riciclo degli imballaggi è innanzitutto indispensabile un’attenta raccolta differenziata. Conai realizzerà pannelli e materiali informativi (in inglese e italiano) per spiegare dove e come buttare i rifiuti. «L’obiettivo è riuscire a riciclare il 70% del totale dei rifiuti, da far rivivere grazie ai consorzi di filiera e al compostaggio per l’organico». Sulla via centrale di Expo sarà installato un contatore ambientale che misura i benefici economici e sociali della corretta gestione dei rifiuti. Il display informerà i visitatori sulla quantità rifiuti sottratta alla discarica, la riduzione di emissioni di anidride carbonica, quante materie buttate nel cestino potranno avere una seconda vita, il risparmio di acqua ed energia. In più il consorzio curerà un gioco interattivo installato nel Children Park, pillole video, una mostra interattiva e 30 panchine realizzate con materiali di riciclo. «Sostenere il pianeta non significa solo preservare l’ambiente – racconta Facciotto – ma anche attivare prospettive di sviluppo economico e nuove opportunità di impresa. In 15 anni di attività il sistema consortile ha generato 15,2 miliardi di euro di benefici complessivi all’Italia e ad oggi ben 37 mila addetti sono occupati nella filiera del trattamento dei rifiuti di imballaggio e nell’industria del riciclo». Ci sono 1.400 aziende che fanno parte della filiera del riciclo made in Italy, che hanno generato un fatturato di 9,5 miliardi di euro ed un indotto economico di ulteriori 6,3 miliardi, frutto della maggiore occupazione (attività di raccolta differenziata, logistica, selezione e riciclo degli imballaggi). Se nel 1998 veniva riutilizzato il 33% degli imballaggi immessi nel mercato, oggi ne viene recuperato il 77%, cioè circa 3 imballaggi su 4. Così si è evitato di costruire 100 discariche, sono state risparmiate 125 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica e 350 miliardi di chilowattora di energia. Economicamente la rivendita del materiale da riciclare ha fruttato ai comuni circa 400 milioni di euro. Eppure la strada che l’Italia deve compiere è ancora piuttosto lunga: «Oggi il 55% della spazzatura che produciamo continua a finire in discarica, mentre dovremmo riuscire a riciclare i tre quarti di quello che buttiamo nel cestino», spiega il direttore del consorzio. (…)
Walter Facciotto, Direttore del CONAI, spiega come saranno smaltiti imballaggi e anche l’organico che si produrranno nei sei mesi della manifestazione