Un appartamento green e luccicante? Il sogno di molti. E per realizzarlo non occorrono soltanto i
detergenti più efficaci. Dipende molto anche dalla forma degli imballaggi. E dalle abitudini (più o meno virtuose) della padrona di casa. Con il packaging giusto, infatti, diminuisce l’impatto ambientale dei
contenitori dei detersivi: il primo passo verso la sostenibilità. Che è poi il succo di una recente ricerca realizzata da Prometeia, commissionata dal Consorzio nazionale imballaggi (Conai), in collaborazione con Federchimica-Assocasa.
Su un campione significativo del settore della detergenza per uso domestico (in Italia si contano 40o imprese per seimila addetti e un valore produttivo di 3 miliardi di euro), è emerso che l’utilizzo di plastiche riciclate rappresenta la maggiore “azione di prevenzione” contro l’impatto ambientale degli imballaggi.
Del resto, si gioca tutto intorno alla parola “prevenzione” il bando organizzato da Conai (presto sarà annunciata la quinta edizione, ndr) dedicato alle imprese più convinte nel realizzare packaging green.
Da ottenere anche con una impercettibile sgrammatura del flacone. È il caso dell’azienda bolognese, Biochimica, vincitrice per più anni di seguito del Bando prevenzione Conai. «Già dal 2013, abbiamo trasformato l’ottanta per cento dei nostri flaconi in plastica totalmente riciclata», ricorda Paola Scapoli, amministratore delegato di Biochimica, 43 milioni di euro di fatturato e prossima al traguardo del mezzo secolo di vita.
Ricerca e innovazione nel campo del packaging, per Biochimica di Zola Pedrosa significano recuperare
persino un discreto appeal dei materiali: «I flaconi di plastica riciclata al cento per cento presentavano un colore, diciamo, basico, che non ci entusiasmava particolarmente: allora, siamo riusciti a realizzare un contenitore totalmente bianco», ricorda Scapoli, il cui prossimo obiettivo è una questione di etichetta. «I consigli d’uso sono scritti tutti sull’etichetta- possibilmente in carta riciclata- così come sulla stessa è indicata la quantità di prodotto da utilizzare. La dose giusta? Basta non esagerare».
Un pensiero in perfetta sintonia con la conclusione dello studio commissionato da Conai: «Ricerca e sviluppo delle imprese puntano sempre più alla concentrazione del prodotto, in modo da ridurre, nei prossimi anni, l’impiego per dose dagli attuali 65 ai 5o milligrammi». Piccolo, bello e riciclabile.
Fonte: Corriere Innovazione