La raccolta differenziata deve essere un mezzo e non un fine”. Su questo punto Walter Facciotto, Direttore Generale di Conai, non transige: “Non è infatti sufficiente semplicemente ‘raccogliere’, ma è fondamentale ‘riciclare’, con l’obiettivo di ridurre il ricorso alle materie prime negli imballaggi e di diffondere la valorizzazione dei rifiuti in quanto risorse”.
Sono queste le linee portanti che guidano l’azione di Conai e i traguardi raggiunti nei 15 anni di vita del Consorzio – che conta 1.100.000 aziende iscritte – testimoniano del successo di un impegno da sempre rivolto a favorire la diffusione verso imprese e cittadini di una cultura di sostenibilità ambientale. “Sul fronte della raccolta domestica siamo passati da circa 900mila tonnellate di rifiuti da imballaggio nel 1998 a oltre 3,5 milioni nel 2013” riprende Facciotto, “senza peraltro intaccare le quote di mercato libero degli operatori indipendenti. Oggi, a livello nazionale, Conai garantisce il recupero del 77,5% dei rifiuti di imballaggio immessi al consumo; il che vuol dire che circa 3 imballaggi su 4 vengono tolti dalla discarica e diventano una risorsa, reintrodotti nel ciclo produttivo come “materia prima seconda”.
Elementi tutti che emergono con estrema chiarezza nel primo “Rapporto di sostenibilità Conai” che raccoglie e sintetizza i risultati ottenuti negli oltre 15 anni di attività, in virtù del quale il sistema consortile afferma che dal 1997 a oggi si è evitata la costruzione di un centinaio di discariche, il consumo di 350 miliardi di chilowattora e l’emissione in atmosfera di 125 milioni di tonnellate di Co2. Solo nel 2012 sono stati reintrodotti nel ciclo produttivo 7,5 milioni di tonnellate di materie prime derivanti da rifiuti di imballaggio e le previsioni per il 2015 stimano un tasso medio di crescita annua di circa l’1,5%, con l’obiettivo di avviare a riciclo 7,7 milioni di tonnellate (raggiungendo un tasso del 67,4%).
Fonte: Sette – Corriere della Sera