Dalla riduzione del peso alla grandezza degli imballaggi. In questo modo gli sprechi sono calati del 30%. Il ruolo del Consorzio nella prevenzione Impossibile contribuire alla ricerca sul riciclo, quindi alla salvaguardia dell’ambiente, senza fare prevenzione. Dalla riduzione del peso alla grandezza degli imballi. Trentasei aziende ci sono riuscite talmente bene da essere premiate, pochi mesi fa, da Conai, il Consorzio per il recupero degli imballaggi. Le virtuose realtà, investendo nell’eco-sostenibilità e innovando nel packaging, hanno ridotto le emissioni di CO2 del 34,5%, il consumo di energia del 36,3, e del 36,2 lo spreco di acqua. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Dalla Lavazza, la cui confezione doppia di Crema e gusto – avvolta in una pellicola priva di alluminio, ma in plastica completamente riciclabile – è già sugli scaffali dei supermercati, all’adattatore di presa BTicino, oggi avvolto da un cartoncino plastificato, rispetto al precedente blister in Pvc e con un foglio interno in cartoncino. Meno peso, meno spreco ma più riciclabilità, le linee guida seguite dal Saponificio Gianasso per il flacone del bagnoschiuma alle mandorle, passato ad una riciclabilità del 100%. Ma il cambio di passo è nella ricerca che verrà, concentrata sulla produzione e la circolazione di nuove tipologie di materiali da imballaggio, maggiormente biocompatibili, dal ciclo di vita più ampio e dal basso impatto ambientale. L’accordo triennale siglato a primavera tra Conai e Cnr va proprio in questa direzione. Oggetto d’indagine, le «frazioni difficili da riciclare», per le quali sono stati stanziati 800 mila euro di ricerca. Di questi, più della metà sono destinati ai due progetti del Cnr, mente gli altri andranno ad altri studi con università e stazioni sperimentali. (…) Fonte: Corriere Innovazione