Niente è rifiuto, tutto può essere trasformato», recita il motto attorno a cui ruota la filosofia dell’economia circolare. Ovvero un modello che è andato affermandosi negli ultimi anni secondo cui quello che buttiamo va reintrodotto nei cicli di produzione attraverso il riciclo, il riuso e la rigenerazione. Rifiuti in cui un peso crescente è occupato dagli imballaggi dei prodotti che acquistiamo. Se infatti mediamente in Italia si produce un chilo e mezzo di spazzatura pro capite al giorno, di questo il 50
per cento in volume e il 35 per cento in peso è rappresentato dal packaging. Quello in plastica è in particolare finito di recente nel mirino per via della plastic tax che scatterà dal primo giugno 2020 prevedendo un’imposta di un euro per ogni chilo di imballaggio in questo materiale.
L’Italia ha intanto fatto dei grossi passi in avanti negli ultimi anni in materia di riciclo. Il sistema rappresentato dal Conai (Consorzio nazionale imballaggi) e dai suoi sei consorzi di filiera ha generato nel corso del 2018 un beneficio diretto del valore di 995 milioni di euro. Di questi, 412 milioni rappresentano il valore economico della materia recuperata dal riciclo, 29 milioni quello dell’energia prodotta da recupero energetico e 554 milioni quello dell’indotto economico generato.
Continuano inoltre a crescere i numeri del risparmio di materiale primario: 259mi1a tonnellate di acciaio, l6mila tonnellate di alluminio, 829mi1a tonnellate di carta, 925mila tonnellate di legno, 436mila tonnellate di plastica e 1,56 milioni di tonnellate di vetro. Cifre, che si traducono anche in un risparmio di energia primaria di oltre 20,91 terawattora in un anno. Giorgio Quagliuolo, presidente del consorzio, evidenzia come «in Europa siamo un modello di economia circolare, abbiamo praticamente già raggiunto gli obiettivi europei al 2025».
In questi risultati un ruolo importante è giocato dagli accordi tra amministrazioni comunali e consorzi di filiera del Conai per la raccolta differenziata. Spiccano ad esempio le convenzioni con Corepla per gli imballaggi in plastica e con Coreve per quelli in vetro, che sono state stipulate in entrambi i casi dal 91 per cento dei comuni. Proprio sul fronte della raccolta differenziata il consorzio si impegna a
sensibilizzare sia i cittadini, sia gli enti locali attraverso iniziative dedicate. Oltre a lavorare sulla prevenzione, cercando di favorire la progettazione di imballaggi a ridotto impatto ambientale e realizzati in modo da consentire la massima riciclabilità a fine vita. Leve che dovrebbero essere affiancate da altre iniziative per consentire di superare alcune criticità.
«L’Italia settentrionale continua a performare meglio», spiega Quagliuolo. Nonostante i passi in avanti fatti in alcune aree del Mezzogiorno dove sono stati «velocemente raggiunti risultati paragonabili a quelli di molte città del Nord: penso a Catanzaro, a Potenza, a Bari, a Cosenza», aggiunge. Questo perché «il
Sud purtroppo sconta una drammatica carenza di impianti per il trattamento dei rifiuti di imballaggio». La chiave, conclude il presidente del Conai, sta dunque nella creazione «di più impianti, e di riflesso di norme chiare e trasparenti, con un orizzonte di lungo periodo, che possano incentivare gli imprenditori a investire».
Fonte: Album di Repubblica