Il report annuale sui benefici del riciclo mostra come i posti di lavoro sostenuti dal sistema consortile siano 23.199 e il contributo al PIL sfiori i 2 miliardi. Fra i benefici ambientali, un risparmio di anidride carbonica pari a quella di 8.000 voli intorno al mondo. Il presidente Ignazio Capuano: «Ogni euro di contributo ambientale versato dalle imprese ne genera oltre quattro e mezzo per l’economia. L’impegno per la sostenibilità è mandato istituzionale, ma anche visione su un futuro in cui le risorse vengono usate in modo più efficiente»
Milano, novembre 2024 – Nel 2023, CONAI ha generato in Italia un giro d’affari totale di oltre 3 miliardi e 300 milioni di euro. Cifra che è la somma di tre valori: un volume d’affari diretto di 1 miliardo e 289 milioni di euro, provenienti dal Contributo Ambientale CONAI (CAC) e dai ricavi da vendita dei materiali; un impatto indiretto pari a 1 miliardo e 701 milioni di euro, legato all’attivazione delle filiere di fornitura; e un l’impatto indotto di 346 milioni di euro, derivante dai consumi delle famiglie dei lavoratori e delle aziende fornitrici.
Un giro d’affari paragonabile al valore dell’intero settore del trasporto aereo di passeggeri in Italia.
I soli ricavi da CAC sono stati pari a 718 milioni di euro: il che significa che ogni euro di contributo ambientale ha un moltiplicatore pari a 4,6 in termini di valore generato per l’economia italiana.
È il dato principale che emerge dal nuovo Rapporto di sostenibilità di CONAI che, come ogni anno, quantifica i benefici economici e ambientali del riciclo degli imballaggi in Italia.
«Ogni euro di contributo ne genera oltri quattro e mezzo per l’economia: è ormai evidente come l’uso di materia di secondo utilizzo in sostituzione di materia prima vergine abbia ripercussioni importanti sul nostro sistema economico» commenta il presidente CONAI Ignazio Capuano. «Il nostro impegno per la sostenibilità è un mandato istituzionale, ma anche la visione su un futuro in cui le risorse del pianeta vengono usate in modo più efficiente, tutelando l’ambiente. Per la prima volta, quindi, abbiamo adottato una nuova metodologia di calcolo per rendicontare il valore generato dalla corretta gestione degli imballaggi: i benefici sono di natura sia economica sia ambientale. Lo certifica un nuovo studio condotto da The European House – Ambrosetti, di cui abbiamo presentato un’anteprima a Ecomondo e che oggi includiamo integralmente nel Rapporto».
Il contributo effettivo del sistema CONAI al PIL nazionale, ossia il valore aggiunto generato, è invece stato pari a 1 miliardo e 924 milioni di euro.
Infine, l’impatto occupazionale: nel 2023 il sistema ha sostenuto un totale di 23.199 posti di lavoro, tra occupazione diretta (lavoratori impiegati in modo continuativo nelle strutture e nei processi gestiti direttamente dal Consorzio), indiretta (grazie all’attivazione delle filiere collegate) e indotta (che riguarda essenzialmente i settori della gestione dei rifiuti, della manifattura industriale e dei trasporti).
I benefici ambientali
11 milioni e 724.000 tonnellate sono la quantità di materia vergine che, a livello nazionale, si è evitato di estrarre e utilizzare grazie al riciclo di imballaggi[1] nel 2023. Sono pari al peso di 800 torri di Pisa.
Il riciclo si conferma anche un attore importante contro l’emissione in atmosfera di CO2, per contrastare il cambiamento climatico. E il Rapporto di sostenibilità CONAI mostra come nel 2023, grazie al riciclo, sia stata evitata l’emissione di più di 10 milioni di tonnellate di CO2eq. Che è pari alle emissioni generate da più di 8.000 voli intorno al mondo.
Un dato che rappresenta il saldo tra la mancata produzione di gas serra grazie all’evitata produzione di materiale primario e l’emissione di gas serra per le sole operazioni di preparazione al riciclo di imballaggi già utilizzati, ossia il trasporto e il trattamento per trasformare il rifiuto d’imballaggio in nuova materia prima.
Il contributo delle imprese italiane alla corretta gestione del fine vita degli imballaggi si sostanzia anche in un risparmio di energia primaria, cioè l’energia generata da fonte fossili che sarebbe necessaria per la produzione di tutto il materiale primario risparmiato. Un dato che, proprio da quest’anno, è stato affinato introducendo nel computo i consumi di energia primaria relativi alle operazioni di preparazione al riciclo e al trasporto dei rifiuti di imballaggio.
Nel 2023 si stima siano stati risparmiati 50 terawattora, che equivalgono al consumo domestico annuo di metà delle famiglie italiane.
«Da anni il Rapporto è importante veicolo di un approccio documentato al tema della tutela ambientale, basato su numeri e risultati oltre che su concrete prospettive di miglioramento» afferma il direttore generale CONAI Simona Fontana. «Condividerlo rappresenta un momento di trasparenza che prova quanto il lavoro del Consorzio possa e soprattutto voglia essere misurato e misurabile, in un’ottica di condivisione sinergica fra tutti gli attori e gli stakeholder della filiera. Ma è un documento che va oltre la misurazione dei risultati e che testimonia un impegno più profondo: diffondere una cultura ambientale che permei il tessuto sociale resta parte essenziale dei compiti che ci sono assegnati».
[1] Questi quantitativi rappresentano materia risparmiata, non materia riciclata. Quindi, la quantità di materiale non utilizzato per la realizzazione di imballaggi o altri prodotti grazie all’impiego di imballaggi riciclati
Consulta il documento integrale: Rapporto di Sostenibilità CONAI 2024
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