Nel 2019 riciclato il 70% dei rifiuti di imballaggio, i quantitativi crescono del 3,1% rispetto al 2018. Il recupero totale sfiora l’81%
648 i milioni di euro conferiti da CONAI ai Comuni italiani per i servizi di raccolta differenziata: più di 58 milioni di abitanti serviti
Migliorano anche i dati del Mezzogiorno. Il presidente del Consorzio Giorgio Quagliuolo avverte: «Risultati ottimi, ora serve uno sguardo di lungo periodo: la domanda di materia riciclata a valle è ancora debole, va incentivata»
Milano, giugno 2020 – Nel corso del 2019 in Italia è stato avviato a riciclo il 70% dei rifiuti di imballaggio: un totale di 9 milioni e 560mila tonnellate sui 13 milioni e 655mila immessi al consumo. Un incremento del 3,1% rispetto ai quantitativi del 2018, che aveva visto riciclare 9 milioni e 270mila tonnellate. La crescita è trainata essenzialmente da un aumento del 6,2% nel riciclo dei rifiuti provenienti dalla raccolta urbana.
Se alle cifre del riciclo si sommano quelle del recupero energetico, i numeri lievitano: le tonnellate di rifiuti di imballaggio recuperate superano gli 11 milioni, quasi l’81% dell’immesso al consumo. Più di quattro imballaggi su cinque, insomma, evitano di finire in discarica.
Sono i primi dati consolidati che CONAI annuncia nel rendere noti i risultati green ottenuti dal nostro Paese lo scorso anno, pubblicati sul nuovo Programma Generale di Prevenzione e di Gestione degli Imballaggi e dei rifiuti di imballaggio.
«Il sistema nel suo complesso ha già superato gli obiettivi di riciclo che l’Europa chiede entro il 2025» commenta il presidente del Consorzio Giorgio Quagliuolo. «L’economia circolare in Italia funziona e si impone per l’efficacia del suo modello. Anche i risultati per i sei materiali di imballaggio che CONAI gestisce sono molto positivi: per quasi tutti gli obiettivi al 2025 sono stati superati. Manca solo la plastica, che però resta indietro di pochi punti percentuali, serenamente recuperabili nel corso dei prossimi cinque anni. Per questo è importante continuare a lavorare sia sulla strada dello sviluppo di nuove tecnologie per il riciclo sia su quella della prevenzione, incentivando eco design e design for recycling».
Nel dettaglio, lo scorso anno l’Italia ha riciclato 399mila tonnellate di acciaio, 51mila di alluminio, 3 milioni e 989mila di carta, 1 milione e 997mila di legno, 1 milione e 54mila di plastica e 2 milioni e 69mila di vetro.
648 milioni di euro ai Comuni italiani, 421 milioni per attività di riciclo e recupero
Anche nel 2019, quindi, le performance italiane nel campo dell’economia circolare sono migliorate. Un trend positivo che non si arresta, al cui consolidamento contribuisce il lavoro portato avanti con i Comuni italiani grazie all’Accordo Quadro ANCI-CONAI: in Italia sono oltre 58 milioni gli abitanti serviti grazie all’Accordo con ANCI per il ritiro dei rifiuti di imballaggio in modo differenziato. A stipulare convenzioni con il sistema consortile, lo scorso anno, è stato più del 92% dei Comuni italiani.
Per coprire i maggiori oneri della raccolta differenziata, nel corso del 2019 CONAI ha trasferito ai Comuni del nostro paese 648 milioni di euro.
«Stiamo parlando di una percentuale significativa della spesa sostenuta per la raccolta differenziata degli imballaggi che, rispetto al totale dei rifiuti urbani, rappresentano una percentuale che oscilla fra il 25% e il 28%» spiega il presidente Quagliuolo. «Si tratta di risorse provenienti dalle 800.000 aziende che, aderendo al Consorzio, si fanno carico della responsabilità di una corretta gestione degli imballaggi che immettono sul mercato, quando questi diventano rifiuti».
Altri 421 milioni di euro sono stati invece destinati da CONAI alla copertura dei costi per attività di trattamento, riciclo e recupero.
Del resto, lo scorso anno i quantitativi di rifiuti di imballaggio conferiti al sistema dai Comuni italiani sono cresciuti del 14,3%.
«Un incremento notevole» commenta Quagliuolo. «Una delle sue cause è sicuramente il crollo dei listini del macero a fine 2019: avviare la carta a riciclo non era più profittevole. Per questo abbiamo aperto finestre che hanno consentito a molti Comuni l’ingresso in convenzione con Comieco, il nostro consorzio che si occupa degli imballaggi in carta e cartone. CONAI si è quindi fatto carico dei maggiori oneri per l’avvio a riciclo di questo materiale in un momento in cui il suo valore di mercato era negativo, dimostrando ancora una volta il suo ruolo di sussidiarietà al mercato nel considerare l’interesse ambientale superiore a quello economico».
La crescita del Centro-Sud
A influenzare il +14,3% nei conferimenti al sistema CONAI ha contribuito anche lo sprint delle macro-aree geografiche del Centro e del Sud, che hanno messo a segno rispettivamente un +16,4% e un +16% di raccolta in convenzione.
Crescono in particolare la raccolta della plastica, che al Centro passa da 237mila a 268mila tonnellate e a Sud da 362mila a 442mila, e quella del vetro, che balza da 314mila a 364mila tonnellate nel Centro e da 472mila a 541mila tonnellate nelle Regioni del Sud.
«È naturale. Molte Regioni del Nord rappresentano già esempi virtuosi. Il Mezzogiorno, invece, ha più strada da fare, e quindi margini di miglioramento più ampi» commenta il presidente Quagliuolo. «Da parte di CONAI resta forte l’attenzione alle aree ancora in ritardo nel Sud del Paese, che richiedono impegno e risorse, soprattutto per affrontare il problema della drammatica carenza di impianti. All’Italia, però, serve anche uno sguardo di lungo periodo nell’affrontare le questioni legate al riciclo. Il costante miglioramento delle performance del Paese fa crescere l’offerta di materie prime seconde, ma a valle la domanda di materia riciclata è scarsa e debole, e va incentivata: sono urgenti norme sull’End of Waste che siano chiare e semplici, una concreta attuazione del Green Public Procurement e un’incentivazione fiscale per chi usa materie prime seconde».