La Corte di Cassazione con sentenza n. 51225/2018 è intervenuta per la prima volta su un procedimento penale avviato da CONAI nei confronti di chi ha applicato il contributo ambientale Conai, senza dichiaralo e versarlo al Consorzio (Sentenza_Cassazione_51225_2018).
La Suprema Corte, in particolare, ha reso definitiva la sentenza n. 4659 del 2017 della Corte d’Appello di Milano (Sentenza_CortedAppello_4659_2017) che aveva configurato, per tale fattispecie, il reato di appropriazione indebita di cui all’art. 646 c.p., aggravata ai sensi dell’art. 61, nn. 7 e 11 c.p.
La sentenza del giudice di secondo grado aveva stabilito che l’omessa e/o infedele dichiarazione del contributo ambientale Conai applicato ai clienti costituisce un comportamento lesivo che procura un ingiusto profitto, in grave danno del sistema consortile.